In passato "facevo"
musica, la scrivevo ed eseguivo, sentivo di non poterne fare a meno. Era quasi un modo di essere, di vestirsi, di parlare e frequentare gente. C'erano i testi, gli arrangiamenti, le prove, e c'era la voglia di
esprimersi
e fare casino su di un palco.
Nei momenti di solitudine, quando sentivo la necessità di isolarmi e di pensare, mi aiutava la fotografia, le riprese spesso all'aperto, la camera oscura (prima del digitale), una maniera di affrontare la
creatività
totalmente diversa.
Ora la mia vecchia e gloriosa
Olympus
è obsoleta, le piccole digitali e gli smartphone li uso più che altro per documentare le mie
escursioni in MTB o
l'hiking
in solitaria, e lo "stage" lo vedo come una cosa per giovani.
È arrivata, improvvisa, la maturità (non l'equilibrio) e il momento della scrittura. È un nuovo
sbocco creativo del quale avevo bisogno, non l'ho cercato ma si è impossessato del mio modo di pensare. Ancora non ho sondato e del tutto capito il potenziale espressivo offerto dalla totale libertà di linguaggio simbolico, in cui i sentimenti e i pensieri vengono espressi come se fossero esperienze sensoriali. Mi ha conquistato la possibilità di
creare mondi
e
personaggi, dialoghi e situazioni. Storie.
È contrario e opposto alla forma "canzone". Se in un testo musicale, la sintesi è necessaria e indispensabile, in un
romanzo
occorre circostanziare, descrivere minutamente, analizzare e approfondire, a volte scomporre per poi ricomporre. Mi piace.
Ho scelto l'autopubblicazione nel mare magnum (o nella cloaca) di Amazon perché la considero più adatta al mio essere (asociale); diciamo che evita situazioni stressanti con gli
editori, i quali sono sempre a richiedere la partecipazione a presentazioni, letture, contest letterari, e a volte pare che il loro lavoro si riduca alla cura dell'edizione cartacea e non siano in grado di promuovere senza la presenza dell'autore.
Ovviamente, in questo caso viene a mancare la parte di supporto della CE, dell'editing, un servizio che offrono anche professionisti freelance, ma a caro prezzo.
Presento quindi i miei lavori, non valutati e non editati, ma così come li ho scritti, nudi, imperfetti, ma densi di fantasia, inventiva, immaginazione. A volte anche concreti, pragmatici, sicuramente autentici.