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Valle Gesso / Laghi di Fremamorta

ago 23, 2020

Escursioni: Valle Gesso / Rifugio Regina Elena / Laghi di Fremamorta

La meta di questa escursione, effettuata nell'estate 2009, viene indicata, un po' da tutti coloro che l'hanno già provata, come uno dei luoghi più belli della Valle Gesso.

I laghi di Fremamorta, si trovano in uno dei luoghi più suggestivi del Parco Naturale Alpi Marittime: sono allineati lungo una valletta sospesa, sulle pendici orientali della granitica Testa di Bresses, di fronte allo spettacolare versante ovest della Serra dell'Argentera...
Andrea Parodi - Laghi, Cascate ed altre Meraviglie", Parodi Editore

Potevamo non andarci? Erano già un paio d'anni che progettavamo un giro anche più lungo, cioé che partisse dalle Terme di Valdieri, raggiungesse i Laghi di Fremamorta passando dalla Valletta e scendesse dall'altro versante, fino alla Valle di Valasco, tornando poi alle Terme. Un po' troppo lungo per le mie vecchie ciabatte, anche se, viste le mie resistenze e difficoltà, c'era chi voleva andarci a tutti i costi, sghignazzando "O Fremamorta o Morte!".
Allora, accorciando un po'(un po' tanto) il percorso, si partì alla volta della
Fremamorta (provenzale fremo 'donna'), questa "donna morta", alla cui morte si versarono tante lacrime da originare i laghi (cosi dice la leggenda).

Accesso: Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso in direzione di Valdieri, proseguendo per Terme di Valdieri. Seguire le indicazioni per Vallone della Valletta, su una strada in parte asfaltata, (ex-militare 447) fino al Gias delle Mosche, dove si trova parcheggio.

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Quindi il percorso, diventa un anello che parte dal Gias delle Mosche, passa per il Gias della Casa fino al Rifugio Regina Elena, da qui sale ai laghi sfiorando il Gias della Losa e scende toccando il Gias della Partia e il Gias della Roccia... Ma quanti Gias...

Gias (provenzale jas, piemontese giass) deriva dal latino tardo jassium (lat. jacere) il cui significato, in senso stretto, corrisponde a "strame per il bestiame, addiaccio o giaciglio di paglia". Per estensione, questa voce, si pone in correlazione anche con la stazione dell'alpeggio, formata da rustici ripari per i pastori con adiacenti recinti in pietre a secco per il bestiame, luogo di riposo, della mungitura e della lavorazione dei prodotti caseari.
Michelangelo Bruno - "Alpi sud-occidentali; tra Piemonte e Provenza" (Ed. L'Arciere)

Ottimo, fatta chiarezza sui termini, si può partire. Lasciata l'auto al Gias delle Mosche (molte, non troppe, non solo li) ci incamminiamo lungo la carrozzabile ex-militare diretta al Rifugio Regina Elena. Tutta pianura, una pacchia. Al Rifugio, non chiedete "cosa c'è per pranzo?" e tirate avanti. Dal Rifugio in poi si comincia a salire, senza altre tentazioni.
Si può anche evitare di passare dal Rifugio Regina Elena; più o meno al
Piano della Casa del Re, si incontra un bivio: si prende a destra il sentiero per Colle di Ciriegia/Lago di Fremamorta, si oltrepassa il torrente Gesso della Valletta su un bel ponticello in legno e si comincia a salire sulla ex mulattiera reale di caccia, fra i radi larici e la bassa vegetazione. Sull'altro versante, si intravede il Rifugio Remondino, sotto la Cima di Nasta.
Dopo una serie di tornanti, abbandoniamo il sentiero per Colle di Ciriegia che si inerpica sulla sinistra e proseguiamo sulla mulattiera (indicazione
Bivacco Guiglia), verso destra, che prende quota.

... tra bancate di rocce granitiche e le specie vegetali acidofile tipiche di questi terreni e rappresentate da comuni rododendri, ginepri e la rara Viola valderia endemica e protetta.
Diego Vaschetto, Strade e Sentieri del Vallo Alpino (Ed. Del Capricorno)

Tra le rocce e le sterpaglie, anche nei punti più ripidi, è facile (qui, come un po' in tutto il Parco) imbattersi in qualche camoscio che bruca tranquillo. La zona, e specialmente la conca di Fremamorta, è famosa per i frequenti avvistamenti di ungulati e marmotte.
Spettacolare la veduta sulle
Cime dell'Argentera, alle quali siamo praticamente di fronte. Il susseguirsi di vette e canaloni è straordinario. Hanno la caratteristica di essere un frammento affiorante della vecchia crosta continentale europea. Sono quindi antichissime rocce eruttive che hanno dato origine ad un grandioso massiccio cristallino granitico-metamorfico modellato poi dai ghiacciai, di cui restano evidentissimi segni con morene, circhi glaciali, rocce montonate e moltissimi laghi.

Una muraglia, più che una singola vetta: non a caso spesso si parla di Serra dell'Argentera, rifacendosi all'insieme di una barriera che nel suo solo tratto centrale, quello compreso tra la Cima Genova a sud e il Monte Stella a nord - una cresta quasi costantemente al di sopra dei 3.200 metri - ha uno sviluppo di circa un chilometro...
Piemonte Parchi

Siamo a vista della cima, un lungo diagonale quasi in piano, con qualche svolta tra le rocce montonate e un po' di sfasciumi e arriviamo ad una biforcazione: a destra si va al lago mediano, ma noi prendiamo a sinistra e ci dirigiamo al soprano (cominciamo dall'inizio).
Il sentiero passa sotto la costa, tra grossi massi e il dirupo sulla valle, un bella via panoramica, si intravede il
Bivacco Guiglia (2421 mt.) sulla sommità, in bella posizione.

Due tornanti e siamo al
Lago Soprano (o Superiore) di Fremamorta (2371) e al concone che lo contiene. Grandioso e aspro, con pareti di granito a strapiombo sul lago. E' praticamente una valle sospesa, compresa tra la granitica Testa di Bresses e il contrafforte che si affaccia sul vallone.
Sul costone a fianco al lago, ciò che resta del
ricovero militare Umberto I e casamatte varie, facenti parte di un tratto del Vallo Alpino.
Dal lago superiore si può salire al
Colle di Fremamorta (2615), ma noi siamo già scoppiati (ok, parlo per me) e allora ci accampiamo accanto alla baracca: prosciutto e toma.
Dai baraccamenti, parte una bellissima
carrareccia militare, ancora in discrete condizioni, proveniente dal Colle del Valasco che attraversa tutta la valle sospesa.
Questa ex-militare "di arroccamento", la "Baraccamenti Valscura-Ricoveri Fremamorta", lunga 10 km., (risistemata negli anni '30 dal Battaglione Dronero), è una delle ex-mulattiere di caccia del re.

A partire dal 1906, tra la Valle di Valasco e il Vallone della Valletta, fu costruita dagli Alpini una rete di collegamenti radiali e trasversali per permettere il rapido spostamento delle truppe da un settore all'altro della zona. Utilizzando molti dei tracciati realizzati a metà dell'Ottocento per le battute di caccia del Re Vittorio Emanuele II, i militari crearono, in un ambiente montano aspro e difficile, un sistema viario d'ineguagliabile bellezza...
Marco Boglione - "Le Strade dei Cannoni" (Blu Edizioni)

Seguendo quindi, la ex-militare, verso nord, si può fare il "tour dei laghi". Il Lago Mediano di Fremamorta (2360) mi sembra il più piccolo, tondeggiante, situato "in una profonda conca imbutiforme". Qui la strada passo proprio accanto al lago, sulla sponda, con un argine lastricato in pietra. Volendo ci si può anche tuffare dal rialzo.
Tramite il piccolo sentiero che parte nei pressi, si può salire al Bivacco Guiglia che si scorge, appena sopra alla carrareccia. E' un piccolo prefabbricato di proprietà del
CAI e deve essere affascinante trascorrere la notte quassù, fra le montagne, sotto le stelle, con il fuoco acceso, arrostendo un camoscio (oddio, cos'ho detto!!). Forse vanno bene anche le marmott... le scatolette... (stavo a scherzà...).

Magari un'altra volta, ora andiamo a vedere il Lago Inferiore (o Sottano) di Fremamorta (2359), scarpinando su per un magnifico tratto selciato con il quale la ex-militare, raggiunge il lago. Qui la strada è davvero bella e ben conservata. Da un contrafforte minore, di fronte alla Testa Nord di Bresses, scende con alcuni tornanti, sostenuti da muretti a secco. Le "banchine" della stradina sono rinforzate con pietroni sagomati e tagliati a cubo, a tratti un "pavé", di lastroni e sabbia. Da quassù si scorgono le curve in leggero rilievo, la sagoma risalire il Colletto di Valasco, oltreppassarlo, per scendere poi nella Valle Morta e infine nella Valle di Valasco.
Nei pressi del lago, numerose
casermette ottocentesche e terrapieni, tra gli sfasciumi. Un luogo decisamente insolito, ruvido e forte.
Volgendoci verso valle, una palina, con una
sublime veduta dell'Argentera appena dietro, ci dice "Gias delle Mosche - h 1,30". Da qui si stacca la vecchia mulattiera militare che scende al punto di partenza.
Ne seguiamo il tracciato, tra sfasciumi e
bancate granitiche, e, con numerose svolte raggiungiamo un lunghissimo traverso verso nord, quasi in piano, alla base della parete rocciosa della Cresta San Giovanni.
Il sentiero entra in un bel bosco di larici ed inizia a scendere, con un'infinita serie di tornanti, che ci portano a valle. Dopo aver attraversato il torrente, risaliamo l'argine e, a breve, sbuchiamo nei pressi del parcheggio.

In conclusione, 800 mt. di dislivello, quasi 13 km. di distanza percorsa, 3 ore circa per salire (nessuno ci inseguiva, come sempre). Non troppo faticoso, di grande soddisfazione.
Come dice Francesco (romanaccio dalla battuta facile), a proposito di questa ed altre escursioni "
fra vent'anni, te le ricorderai con le lacrime all'occhi".

Qui sotto, un piccolo video, girato con la macchina fotografica digitale, camminando, un po' "mosso" quindi, ma ci si può fare un'idea dei luoghi. Riprende in parte "l'ascesa" e lo sviluppo della strada ex-militare che collega i laghi.

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